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Apri il testo, leggi, capisci, seleziona e memorizza (con il Palazzo della Memoria).

Operazioni apparentemente semplici, quasi banali, ma che non tutti gli studenti di giurisprudenza conoscono o sanno applicare.
In tutto ciò, la materia certamente non aiuta. 
Per non parlare del linguaggio dei testi, spesso articolato e poco diretto.
In questi casi, se non si possiede un solido metodo di studio e un’efficiente organizzazione, il percorso universitario può complicarsi.

Il grande dilemma con cui ogni studente di giurisprudenza deve fare i conti è la seguente: scegliere i concetti da studiare. 
Tale problema viene quasi sempre risolto in questo modo: “sottolineo tutto, cerco di imparare e memorizzare anche le virgole, poi ripeto continuamente guardando in alto, tentando di vedere le pagine o le parole del libro apparire davanti agli occhi quasi a mò di illuminazione”. 

Ebbene, in tal modo la strada per fallire o rendere meno all’esame è sicura, con l’aggiunta di una buona dose di preoccupazione e di ansia.

Ciò va evitato a tutti i costi e per farlo servono regole chiare. 

Partiamo dal testo. 

I manuali adottati nelle facoltà di legge hanno una caratteristica comune: contengono una grande quantità di informazioni, accompagnate da ragionamenti, sub argomenti e nel peggiore dei casi anche da infinite opinioni degli autori.

Di fronte a ciò, il più grande errore che lo studente compie è quello di ritenere tutto indispensabile e perciò affronta il testo come se dovesse impararlo interamente a memoria. 

Questo rappresenta uno sforzo immane ed inutile, che il più delle volte non è mai ricompensato, portando a risultati o votazioni mediocri in sede d’esame. 

Perciò, è bene entrare subito nell’ottica giusta, prendendo atto che il primo ostacolo, cioè il testo, è oggettivo e non potrà mai essere risolto imparandolo a memoria e neppure con l’aiuto di infiniti riassunti.

L’obiettivo, dunque, sarà soltanto semplificare il manuale.

Come? Con la selezione.

Selezionare non significa riassumere e neppure semplicemente leggere. 

E’ invece un procedimento molto personale, che consente di isolare ciò che è importante e tenerlo da conto per la successiva memorizzazione.
Il più delle volte, se si confronta la selezione che ciascuno effettua sul proprio testo con quella presente su un riassunto già confezionato, ci si accorge che gli argomenti scelti sono quasi sempre diversi, salvo marginali coincidenze.

Ciò costituisce una riprova che la selezione è un’operazione che si deve compiere autonomamente e con molta attenzione. 

Ma come selezionare?

L’operazione richiede un passo preliminare, ossia la comprensione
Come fare a capire se si è compreso? Semplice: se si riesce a spiegarlo alla propria nonna o ai propri genitori allora la strada può ritenersi giusta. 

Un consiglio: dopo aver esaurito 20/30 righe del testo, si provi a dare un titolo a ciò che si è letto. Se ci si riesce allora si potrà dire che l’argomento è stato abbastanza compreso, anche se manca all’appello la memorizzazione, che rappresenta una fase a sé stante del metodo di studio.

Una volta esaurita la comprensione – su cui però non esiste un metodo perché varia a seconda delle capacità personali di ognuno – la fase di selezione potrà essere avviata.

Si dovrà quindi isolare anche una singola parola o un breve periodo, riportandolo su un promemoria scritto e procedendo a scaletta fino ad esaurire l’intero argomento o paragrafo.

Non si sta offrendo il classico ed inutile schema, né il consueto riassunto, buono solamente a confondere le idee e a far perdere tempo. 

La selezione qui consigliata consente invece di creare un promemoria più breve e snello, cucito su misura per ciascuno studente.

La selezione è personale, così come la risposta che si dovrà fornire alle domande poste in sede d’esame. L’importante è che sia basata su una comprensione corretta! 

Con il metodo di selezione descritto si faciliterà anche la successiva fase di memorizzazione, costituita dall’applicazione del Palazzo della Memoria, il cui procedimento potrà essere approfondito sul libro “Dieci Passi alla memoria”, scritto da Federica Gatti in collaborazione con me. 

Adottando un buon metodo di selezione e comprensione si potrà quindi ridurre i tempi di studio, incrementando la velocità di apprendimento e di smaltimento del programma. 

Inoltre, le lunghe teorie presenti sui manuali non costituiranno più l’incubo che spesso costringe a saltarle a piè pari.

Esse invece potranno essere semplificate, cogliendo in tal modo il “cuore” del ragionamento proposto dall’autore.

In altri termini, con un metodo di studio efficiente il diritto non sarà più un inferno, bensì la materia che chi fa giurisprudenza ha scelto di affrontare, al fine di diventare il professionista serio e preparato che il settore richiede. 

Se vuoi vuoi saperne di più sul metodo di studio che adottiamo, scrivici su info@medlawmethod.com oppure compila il form sul nostro sito www.medlawmethod.com.
Perciò, punta sempre al “buono” studio…buono studio!
Avv. Marco Paniccia
Coach di Giurisprudenza Medlaw Method.

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