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Così come sorge per il delitto, questa domanda esiste anche per il programma di studio. Il “Programma perfetto” è un obiettivo. Un obiettivo che per essere realizzato, però, richiede pur sempre un’organizzazione ben precisa, adattata alle proprie capacità e abilità di studio, soprattutto nel mantenere alta la soglia della concentrazione.

Proprio la concentrazione costituisce la base su cui va costruito il programma. Prima di stilarlo, infatti, occorre individuare quanto tempo si riesce a studiare senza distrazioni, cronometrando i tempi e il numero di pagine fatte. Risulta del tutto inutile rimanere magari 8 ore sui libri pensando di aver studiato molto, quando poi, in realtà, tirando le somme, il tempo effettivo di attenzione è stato solamente un’ora.

La concentrazione, quindi, è il primo mattone da posizionare, e per mantenerla solida o a livelli discreti, bisognerà lasciare fuori il cellulare e quindi le chat ed i social.

Chiudere il cellulare in un cassetto durante le ore di studio, infatti, aiuterà sicuramente a restare maggiormente attenti nelle importanti fasi successive. Ma la concentrazione non è l’unico elemento che consente di allestire un buon programma di studio. Occorrerà anche stendere nero su bianco gli impegni quotidiani: la spesa, la palestra, il caffè ecc.

Ogni possibile fattore d’incidenza sul tempo dovrà essere previsto e calcolato, poiché ognuno di questi elementi può influire sui tempi di studio e sull’attenzione, spesso portando inconsapevolmente a perdere intere giornate senza sapere il motivo. Ma in realtà il “perché” esiste e si chiama “perdita di tempo”. In fase di studio la regola è che ciò che non è essenziale va tolto e subito.

Perciò, una volta calcolate tutte le varianti che possono incidere sui tempi, occorrerà cabrare il programma al tempo rimasto. Ma ancora non siamo al livello “perfezione”.

Per completare il quadro occorrerà il fattore forse più importante, ossia regolare la propria emotività. L’agitazione o lo stress, infatti, sono elementi che possono deviare i nostri pensieri e la nostra attenzione, portandoci a divagare dallo studio.

La scena è ben conosciuta ormai: fissare un oggetto, soffermarsi a riflettere su un dettaglio, guardare fuori dalla finestra, e intanto il tempo scorre, in maniera proporzionale all’avvicinarsi dell’esame. In definitiva, per formare un buon programma di studio bisognerà bilanciare anche la propria emotività, magari inserendo pause programmate ai tempi morti, in modo che, una volta terminate, si potrà proseguire a studiare con tranquillità e concentrazione.

Sono questi dunque gli unici ingredienti necessari per stilare il “programma perfetto” di studio? Ovviamente no, sono solamente alcuni spunti per formare un programma…non perfetto, ma sicuramente “per te”.

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